Sito interamente dedicato all'agricoltura e al Turismo

Leggendo da vocabolario sotto la voce "turismo", si legge che il turismo è l’insieme delle attività di coloro che si spostano con scopi di svago, affari o per altri motivi. In realtà il turismo è molto di più, e va interpretato anche in base alle motivazioni personali che possono essere di fuga, di cultura, motivazioni fisiologiche, bisogno di esplorare, bisogno di aumentare le proprie conoscenze, motivazioni psicologiche.

Ma come scegliere il luogo perfetto per una vacanza che si adatti perfettamente alle proprie esigenze personali?

se sei cerca di una vacanze indimenticabile e rilassante, scegli la Puglia!



Un appuntamento da non perdere nel calendario fieristico nazionale ed internazionale, è la B.I.T. la
Borsa Internazionale del Turismo, una fiera che si svolge ogni anno a Milano, al PalaFiere. Volendo definire la B.I.T., si potrebbe dire che si tratta del workshop di riferimento in Italia  dedicato al sistema turismo internazionale: gli operatori del settore, ne traggono una chiave privilegiata di accesso per farsi conoscere; il semplice visitatore si troverà invece davanti ad una rassegna di proposte turistiche infinita: sono presenti quasi tutte le regioni d'Italia, vari stati Europei e Paesi del mondo, ognuno con il suo stand, e propongono depliant riguardanti i luoghi di vacanza, libri, riviste, listini prezzi.

Forse è proprio in un contesto del genere che ci si rende veramente conto di quante opportunità lavorative offre il settore turistico, tra hotel e villaggi turistici: animatori, specialisti dell’intrattenimento infantile, barman, camerieri di sala, operatori. Sicuramente nei prossimi anni il turismo diventerà il primo settore di attività economica, ecco perchè si ricercano cotinumente figure da inserire nelle attività turistiche.

Il turismo non è un prodotto del benessere della società o del capitalismo industriale: il suo progresso è inscindibile dall'evoluzione della civiltà e della cultura umana, tanto che ogni periodo storico ha visto l'affermazione di un particolare tipo di turismo. Probabilmente la prima forma di turismo si può identificare con quella in uso presso il popolo egiziano, già 6 mila anni fa col pellegrinaggio verso i templi. E' vero che nel passato le persone vivevano in piccoli paesi ed era difficile viaggiare a causa delle caratteristiche del paesaggio, della mancanza di vie di comunicazione e di strutture ricettive; ma le isole della Grecia erano facilmente raggiungibili e il flusso turistico di maggiori proporzioni si realizzava per le olimpiadi in onore del dio Zeus.
Il turismo definito "moderno", venne anticipato dai romani, che si rifugiavano nella natura per evadere dai rumori e dal disordine della città,  che organizzarono attività di ristorazione e alloggio intorno ai santuari per un  turismo religioso, che ricercavano il benessere con un  turismo termale, che degustavano le diverse qualità di vino per un turismo gastronomico.

Oggi come un tempo, una vacanza non è più intesa come la visita a una città o la spiaggia di un'altra, ma soltanto per evadere dal caos cittadino. Ed è proprio oggi che una vacanza per esempio in agriturismo offre non solo una qualità e una quantità di servizi che la ricettività tradizionale non può dare, ma anche l'unica forma di azione possibile contro il degrado dell'ambiente e la perdita delle tradizioni.
Oggi come un tempo, che si cerchi la fuga o l'isolamento, che si sia in vacanza per il desiderio di conoscenza o di esplorare, tutti indiscutibilmente sono alla ricerca del relax.
Si sente spesso dire che il tal luogo o il tal'altro offra luoghi tranquilli, molto belli e adatti a trascorrere meravigliose, fantastiche, affascinanti e rilassanti vacanze in agriturismo... Ma cosa si intende esattamente per agriturismo? Fare dell'agriturismo significa andare in una azienda agricola, vivendo a stretto contatto con la natura e soprattutto con la campagna; significa vivere in quelle caratteristiche case coloniche dai muri spessi e chiari, che sanno raccontare storie antiche, di un mondo vicino nel tempo ma lontanissimo per cultura e modi di vivere.

Il Turismo in Puglia è una delle realtà che in pochi anni ha avuto una crescita notevole grazie alla conformità del territorio e all'investimento su servizi Storia e cultura (vedi: https://www.puglia.info)

Chi invece da una vacanza pretende la massima libertà possibile pur volendo rientrare in una certa economicità, chi desidera praticità, chi vuol fare nuove conoscenze, chi vuol scoprire posti non visitabili dal turismo di massa, si organizza col cosiddetto "turismo itinerante". E' un tipo di turismo realizzato esclusivamente tramite mezzi indipendenti, personali quali camper, roulottes, autocaravan, tende, e sta coinvolgendo sempre più giovani in cerca di esperienze e di cultura e anche molti pensionati.
Talvota si devono fare i conti con le ordinanze di divieto di sosta, con la coabitazione in spazi ridotti e con l’adattamento al troppo caldo o alla pioggia. Comunque oggi sempre più aree di sosta sono dedicate al turimo itinerante, per evitare affollamenti di mezzi nello stesso luogo; e la voglia di stare in famiglia e scoprire cose mai viste, compensa altri inconvenienti.

E' solo dal 1995, anno della prima Conferenza Mondiale sul turismo sostenibile che si cerca di organizzare un turismo diverso, definito appunto "sostenibile", che si preoccupi non solo di di non intaccare le risorse dei luoghi che va a toccare, ma si fa carico di portare un contributo attivo alla loro salvaguardia.
Una delle definizioni relative al "turismo sostenibile" parla di "attività turistica che rispetta e preserva le risorse naturali, culturali e sociali e che contribuisce allo sviluppo economico e al benessere degli individui che vivono e lavorano in questi spazi" (Rivista Ambientale del Consiglio d’Europa).
Un esempio calzante è una vacanza in una riserva naturale, magari nel lontano Continente Nero, dove la popolazione locale e i turisti convivono in maniera tranquilla e fruttuosa, perché ad ogni safari, gli indigeni ottengono dei proventi che ne assicurano la continuità.

Circa 10 mila anni fa l'uomo divenne agricoltore, dopo aver osservato come le piante crescevano e iniziò a costruire i primi villaggi sfruttando questa risorsa in grado di sfamare molte persone. Cambiò anche il comportamento nei confronti degli animali e i bovini fornivano un grande aiuto nel lavoro nei campi. Nell'era del bronzo venne introdotto l'aratro anche se rudimentale. Se un campo veniva sfruttato troppo, seminandovi ogni anno lo stesso tipo di semi, dava raccolti sempre più scarsi; allora inventarono il maggese, che prevedeva la semina ad anni alterni; un sistema ancora più efficace fu la rotazione delle colture, basata sul fatto che le piante per crescere prelevano dal terreno alcuni sali minerali e ne cedono altri.

Inutile precisare che a quel tempo l'agricoltura era quella che oggi si definisce "agricoltura biologica" cioè un'agricoltura in cui non si utilizzavano sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere), nè Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Alla difesa delle colture si provvedeva innanzi tutto in via preventiva, selezionando specie resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche di coltivazione appropriate come, per esempio l'uso di concimi naturali e la rotazione delle colture, appunto.

Continuando con la storia dell'agricoltura, in una fase inziale si parlò eslusivamente di agricoltura di sussistenza cioè di coltivazioni praticate con lo scopo di ottenere il cibo sufficiente per sfamare i membri della famiglia contadina, consumando direttamente quanto prodotto. 

Lo sviluppo dell'industria permise di costruire macchine sempre più sofisticate, e di integrare i terreni con concimi chimici. L’agricoltura oggi definita come "intensiva" si ripropone di ottenere il massimo rendimento per ettaro: per raggiungere questo obiettivo l’agricoltore si avvale di metodi moderni e impiega attrezzature specializzate: sementi selezionate, fertilizzanti, antiparassitari, impianti di irrigazione, macchinari di vario genere, coperture protettive antigrandine, serre, silos.
Certo queste rese sono del tutto discutibili se poi la concentrazione di fosforo nelle acque dolci e nel terreno crese ininterrottamente, mentre il flusso stimato di fosforo scaricato dalla terra nell’ambiente marino è elevatissimo.
Ma per fortuna c'è un piccolo numero di agricoltori che sentono la responsabilità di dare una terra fertile e sana in eredità alle generazioni future.

Molti fattori influenzano l’agricoltura il primo è l’ambiente, ossia l’insieme delle condizioni climatiche e caratteristiche del suolo che permettono lo sviluppo della vegetazione. Il cambiamento climatico ha un impatto sempre più negativo sulle colture: l'attuale sfida dei cambiamenti climatici chiama a testimoniare l'agricoltura sull'eredità che consegnerà alle generazioni future.
Ma il modello dominante in agricoltura è esso stesso causa dei mutamenti climatici, se si considera, come detto precedentemente  che è basato sull'abuso di fertilizzanti e pesticidi.
L'agricoltura sostenibile, è l'unica via per rispondere alle sfide ambientali: consiste nell'utilizzo di tecniche agricole in grado di rispettare l'ambiente, la biodiversità e la naturale capacità di assorbimento dei rifiuti della terra.

In un tal contesto viene in aiuto la cosiddetta "agricoltura biodinamica" cioè quella forma di agricoltura atta a fornire alimenti adatti a una umanità ed a un'ambiente sempre in evoluzione. Lo scopo di questo tipo di agricoltura è non solo quello di accrescere e mantenere la fertilità della terra, attraverso la cura del suo fattore fondamentale, l'humus; ma anche quello di produrre alimenti che rafforzino il metabolismo umano.
Si tratta di tecniche fondate su solide conoscenze scientifiche, anziché su accidentali constatazioni che invece di volta in volta si sono dimostrate imprecise o del tutto infondate: si tratta di seguire il calendario lunare per le semine, di effettuare lavorazioni non distruttive del terreno, di utilizzare una concimazione di qualità.
Si tratta dunque di un'agricoltura nuova, il cui scopo non è di lasciar fare alla natura ma di aiutare la natura per ottenere una terra sempre più fertile, della quale possano beneficiare anche le generazioni future.