Si sente parlare spesso di agricoltura biodinamica o agricoltura biologico-dinamica ; ma cos'è realmente? Si tratta di un'agricoltura che cerca di aver cura della terra per aver cura dell'uomo e viceversa. L’agricoltura biodinamica si basa sulle percezioni ed emozioni che la coltivazione della terra evoca: noi uomini siamo un tutt’uno con la natura, e questa disciplina mira a superare la visione strettamente meccanicistica della natura.
Oltre a recuperare pratiche tradizionali, quali la rotazione delle colture, come normalmente avviene anche per l'agricoltura biologica,   e oltre a prendersi cura dell’ambiente e delle popolazioni come previsto nella permacoltura, l'agricoltura biodinamica si basa su una serie di "preparati" che funzionano come vere medicine per il terreno: ne risulta un progressivo risanamento del terreno, con un aumento di humus e una qualità superiore dei prodotti.
L'agricoltura biodinamica ha elaborato procedimenti produttivi del tutto innovativi rispetto a qualsiasi pratica agricola, procedimenti i cui risultati dimostrano l’infondatezza di taluni assiomi della tecnica agricola convenzionale praticata per esempio quando l'agricoltura era solo quella di sussitenza.

Mentre da una parte c'è sempre la forte spinta all'acquisto dell'ultima novità varietale, che promette raccolto abbondante e varie resistenze fitosanitarie, con l'agricoltura biodinamica si inserisce il tentativo dell'orticoltore di sperimentare vecchie varietà certificate bio, seguendo il ciclo naturale, senza frapporre alcun ostacolo.
Gli alimenti provenienti da agricoltura biodinamica, sono caratterizzati dall'essere in grado di rinforzare l’organismo e garantire uno sviluppo sano del corpo. Si migliora la qualità delle sementi, favorendo la loro ciclica rigenerazione, senza alterare l’equilibrio delle piante avvalendosi dunque di compostaggio, rotazioni agricole, concimazione di qualità, preparati biodinamici.

Secondo la metodologia prevista dall’agricoltura biodinamica l’agricoltore deve saper ricavare prodotti sani e deve gestire il raccolto in maniera sostenibile”. Ciò significa, che i prodotti della terra devono essere ricavati utilizzando tecniche naturali e non con l’ausilio di sostanze chimiche e fertilizzanti.
L’humus della terra va curato in maniera particolare, in quanto esso garantisce la fertilità del terreno. Con il metodo biodinamico infatti si concima la terra con preparati naturali che aumentano l’humus del terreno e quindi rendono migliore il raccolto: si utilizzano prodotti quali il cornosilice e il cornoletame o prodotti che si lasciano macerare e compostare, a base di  alcune erbe officinali, prima di essere mescolati al terreno.
Alla base di tutte le concimazioni ci deve essere dunque il compost, e ciò implica la presenza all'interno dell'azienda agricola di un allevamento per la produzione di letame, con la conseguenza che non si tratta di un’agricoltura idonea al piccolo coltivatore.

Gli influssi lunari e planetari sulle semine e le coltivazioni, in un tale contesto non sono certo trascurabili;  è noto da millenni che la luna condiziona le coltivazioni e il momento della semina: durante il perigeo (quando la luna si trova molto vicina alla Terra) non si consiglia la semina, mentre nel periodo di apogeo (quando la luna si allontana di molto dalla Terra) la semina ha buone possibilità di essere abbondante ed anche più sana.

L'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica con sedi in tutta Italia, ha lo scopo di promuovere questo tipo di agricoltura nonchè la ricerca; fu fondata in Italia nel 1947 e ufficialmente riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica nel 1982. Occorreva un modo diverso di coltivare in un momento in cui l'agricoltura intensiva cominciava a produrre i primi disastri come l'apertura delle fabbriche di concimi fosfo-potassici, la concimazione azotata, animali nutriti con i fieni concimati con prodotti chimici che perdevano di fertilità, i terreni diventavano sempre più poveri e la qualità degli alimenti degenerava rapidamente. Ogni sezione regionale di questa associazione è promotrice di iniziative autonome, che vanno dai gruppi di studio, all'allestimento dei preparati biodinamici tra le varie aziende agricole della zona, alla formazione professionale, ai corsi autofinanziati. Per esempio in Puglia un gruppo di agricoltori biodinamici incontrandosi per parlare di sementi e di vecchie varietà locali da recuperare, ha coinvolto con successo l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano (BA), il CNR, l'orto botanico dell'Università del Salento e altri enti con lo scopo di iniziare un lavoro di utilizzo e scambio di materiale di propagazione e stimolare la Regione Puglia a legiferare sull'argomento.
Analogamente in Lombardia è iniziato un lavoro sperimentale, con la metodica biodinamica delle ceneri per il controllo del "tarlo asiatico", un coleottero di origine asiatica da qualche anno presente anche in Italia, pericolosissimo per il  patrimonio arboreo.

Storicamente, a dare vita all'agricoltura biodinamica è stato Rudolf Steiner, nato nel 1861 in Austria che elaborò e rivelò i principi di un'agricoltura conforme ai dati della scienza spirituale, l'agricoltura biodinamica. Quello che di fondamentale è dato di sapere sull'agricoltura biodinamica è connesso strettamente alla comprensione di questa teoria della conoscenza, espressa in testi quali “La filosofia della libertà” (Rudolf Steiner 1894).
Concludendo, la agricoltura biodinamica può dare risultati più rapidi, e di rilevanza fondamentale relativi a resistenza, resa e qualità alimentari,  se si usano sementi prodotte o in azienda o  comprate da produttori di sementi biodinamiche. Ma la strada da percorrere è lunga, anche se porzioni sempre maggiori di terreno vengono destinate a coltivare nuove varietà di prova da seme biodinamico, anche se non si possono avere risultati accettabili prima di 3 o 4 anni di lavoro su una singola varietà.