I principi basilari dela permacultura (o permacoltura, anche se questo termine non viene volutamente utilizzato) sono quelli di prendersi cura della terra, avere cura delle persone, limitare il consumo alle reali necessità per condividere le risorse della terra. La permacultura nasce infatti dall'idea, lontanissima dalle agricolture intensive, che non si può continuare a inquinare e soddisfare fame di materie prime al ritmo attuale, perché queste risorse sono non rinnovabili.
Si tratta di principi provenienti da diversi campi e discipline: ecologia, un’agricoltura nuova, risparmio energetico, progettazione del paesaggio, scienze ambientali e naturali.
La permacultura offre un approccio alla gestione del territorio in cui le funzioni degli animali, delle piante, delle persone e della terra sono integrate tra loro per massimizzare i risultati e realizzare ambienti umani sostenibili.

Negli anni '70 ancora la permacultura era vista come un insieme sinergico di piante e animali, in relazione con gli insediamenti umani, che puntava soprattutto all'autoapprovvigionamento della famiglia; tutt'al più prevedeva un piccolo sbocco commerciale per le eccedenze.
Oggi la permacultura è arrivata a significare di più che autosufficienza per l'alimentazione della famiglia, e quindi non una semplice agricoltura di sussistenza; anzi prevede anche strategie appropriate, includendo strutture contrattuali e di autofinanziamento a livello regionale.

Bill Mollison, l'ideatore della permacultura, è nato in Tasmania nel 1928; negli anni '50 iniziò a osservare che alcune parti del mondo stavano sparendo. Lavorò come scienziato del CSIRO (sezione di osservazione della vita silvestre) e insieme a David Holmgren nel 1974 mise a punto un sistema di agricoltura sostenibile, basata sulla coltivazione associata di alberi perenni, arbusti, erbacee (legumi e erbe infestanti), funghi e tuberi. Per questo metodo coniò la parola "permacultura". Si erano combinate insieme agricoltura, silvicoltura e allevamento degli animali.
In pratica il principio fondamentale della permacultura è che le piante sono capaci di riseminarsi da sole, e le erbacce sono utili ad arginare parassiti e caldo. Come un'agricoltura biologica portata all'eccesso, insomma; vale a dire, se si lascia la terra al suo naturale ciclo, la terra è in grado di produrre di più e meglio.

Si può pensare così che durante un periodo di lunga siccità l’erba alta eviti che le piante si brucino; che i semi che si sono auto-piantati dalla coltura dell’anno precedente producano piante decisamente più forti e resistenti al clima; che il terreno in cui si usa un “compost” fatto di sfalci di ortaggi è quello sicuramente meglio concimato e che rende di più.
La permacultura ha trovato la sua massima espressione nella realizzazione di eco-villaggi dove la cosa essenziale è la progettazione: connettere tra loro i vari elementi quali piante che si autoseminano, erbacce, compost naturale, sistemazioni adeguate dei vari elementi, senza vederli come elementi isolati ma in relazione tra loro e utili gli uni algi altri. Un esempio classico sono le cisterne: esse andranno collocate a monte di una coltivazione in modo che sia la forza di gravità, piuttosto che una pompa, a causare il flusso dell’acqua.

In Europa sono presenti Accademie di Permacultura da diversi anni in Germania e in Gran Bretagna, e da poco anche in Spagna: tornare a parlare della civiltà contadina e di colture naturali, non è affatto anacronistico, secondo molte nazioni europee, dato che la civiltà industriale è distruttiva, demolitrice, dissacratrice.
Anche in Italia, da qualche anno, ci si è resi conto che se si vuole salvare la civiltà umana, la storia, la natura e la vita stessa, si devono recuperare alcuni modi di coltivare la terra e certe forme tipiche della civiltà contadina. Questo insieme di ragioni rende attualissima e carica di futuro la metodica della permacultura. In Italia la permacultura era ancora poco conosciuta quando nel 1996 due rappresentanti di una nuova associazione internazionale, il Gen-Rete Globale degli Ecovillaggi, relazionarono ad un congresso ad Alessano (Puglia) sull'esistenza di centinaia di luoghi al mondo dove già si conosceva e sperimentava la permacultura. Nel settembre 2000 due insegnanti dell'Accademia Spagnola di Permacultura hanno tenuto il primo corso svoltosi ufficialmente in Italia e da allora molti corsi si sono succeduti, e molte realtà italiane hanno avviato progetti di permacultura insieme ad agronomi e progettisti che ne hanno studiato i principi e le applicazioni. Addirittura nell'aprile del 2011 si sono svolti in Sicilia i lavori dell'Assemblea dell'Accademia Italiana di Permacultura, richiamando esperti da tutta Italia.

Tornare al gusto di coltivare in modo semplice, all’etica, alla natura e ai suoi archetipi, significa dunque non essere superato dai tempi, ma al contrario reagire nel modo giusto alla necessità più incombente della nostra epoca. Fuori della storia sono piuttosto coloro che con la propria cultura consumistica e antropocentrica, continuano a favorire la corsa della civiltà verso l’autodistruzione. Il nulla è qualcosa che la cultura contemporanea corteggia sempre più spesso e il pericolo è che finisca con l’esserne divorata.
Oggi numerosi agriturismi NERETTO basano la propria offerta ricettiva evidenziando la propria attività di permacultura che deriva dall'amore per  questo lavoro, dall'attaccamento ai valori della terra, dalla consapevolezza dell'importanza di vivere all'aria aperta, a contato con la natura; e così aziende turistiche che si estendono su centinaia di ettari in parte coltivati ed in parte magari costituiti da boschi incontaminati, la vita di campagna è attiva e piacevole in ogni stagione, e regala emozioni e sensazioni particolari.
In definitiva, la permacultura diventa un vero e proprio nuovo modo di vivere, con la convinzione che coltivando sé stessi e il  cibo, si possa riconquistare il perduto rapporto con la natura e vivere in maniera migliore.